LUMINITA TARANU

 Lato "B" dello Stendardo dedicato alla Madonna di Loreto 

La frase che ho scelto dal Libro II dei “Dialoghi” di San Gregorio Magno, “La vita di San Benedetto da Norcia”, capitolo n. 38, “La pazza risanata nello Speco”, come pretesto simbolico e grafico nella composizione, sottolinea il concetto della superiorità dell’amore spirituale: "Se io non allontano il corpo non potrò mostrare chi sia lo Spirito che è Amore; e se non cessate di guardarmi con l'occhio del corpo, non imparerete mai ad amarmi in modo spirituale".

 

Se nell’immagine dedicata al Santissimo Sacramento, il tema centrale fa riferimento al rapporto filosofico spirituale con il mondo, l’immagine dedicata alla Madonna di Loreto propone il tema della grazia e soprattutto dell’amore: il profondo amore spirituale per il mondo, che è vita.
“La madonna con il bambino” è un tema ricorrente che evoca la nascita di Gesù e mette in primo piano la maternità.
 I ritratto della Madonna viene da un studio approfondito sull’iconografia rinascimentale, dopo di che l’ho disegnato cosi come l’ho trovato nel mio sentire. Ho allargato questo studio documentario visivo e storico per la raffigurazione dei santi, cosi come ho fato nella precedente facciata dello stendardo, in quanto ho considerato importante ricostruire anche cui una rappresentazione caratteriale che rispecchi la personalità dei santi e delle icone protagoniste.

L'immagine del lato B dello Stendardo è dedicata alla Madonna di Loreto  cui la Confraternita di Monte Porzio Catone è devota.

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Relazione artistico descrittiva 9 agosto 2011_Luminita Taranu.pdf

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Tecnica e materiali

Il nuovo Stendardo aveva la funzione di sostituire il vecchio stendardo del 1807. Ho fato inizialmente una ricerca storica sulla tipologia artistica, sulla tecnica e sul supporto, e ho deciso di realizzare un "finto arazzo".

 

I finti arazzi sono nati nel ‘700, con la finalità di sostituire i veri arazzi, costosi e impegnativi perché frutto di un lungo e meticoloso lavoro di maestranze artistiche e artigiane. Sono stati chiamati “finti” perché il supporto utilizzato era tessuto con la fibra di un arazzo, e le immagini erano dipinte. Insieme al disegno e lo “sfumato” rinascimentale, per rendere trasparente la pittura sul tessuto crudo di cotone, senza una preliminare preparazione di fondo e assorbente al cento per cento, si utilizzavano i famosi “succhi d’erba”, colori naturali estratti dalle piante e fissati naturalmente; tecnica antica che ricorda sia la pittura rupestre dell’inizio della civiltà, che la raffinata pittura murale degli affreschi.

 

Traendo la mia ispirazione da questo studio approfondito, ho mantenuto i mezzi tecnici originari, realizzando due composizioni figurative che rappresentano il mio pensiero attuale.

 

In questo senso, è stata fondamentale la scelta del supporto. Per trovare il tessuto ”con fibra di arazzo” ho impiegato mesi, andando nei negozi di Roma e dintorni, scrivendo lettere e chiedendo campionari in tutta l’Italia. La fabbrica che forniva i Musei Vaticani con questo tipo di tessuto aveva smesso di produrlo dagli anni ’90. La mia ricerca su internet ha raggiunto l’azienda Startes Jacquard (Disegni per tessuti) di Villasanta (Mi), i Sig.ri Marco e Alberto Leoni, cui devo ringraziare sentitamente per la sensibilità e la disponibilità dimostrate rispondendo alla mia richiesta. Loro mi hanno fornito il prezioso tessuto con la fibra di un arazzo, oggi diventato rarissimo, mettendo in funzione il vecchio telaio esclusivamente per il lavoro dello stendardo della Confraternita di Monte Porzio Catone.

 

Per avvicinarmi alla tecnica pittorica con colori a “succhi d’erba”, ho utilizzato  gli ossidi e le terre, fissati con colla di pesce e vinavil e per dare il senso di calore agli acrilici che ho utilizzato per la loro trasparenza e resistenza nel tempo. Lo spirito dell’opera è tra l’affresco e la pittura ad olio.
Di seguito alle rappresentazioni iconiche, è stato importante la scelta della scrittura, come rinforzo dell'immagine. La frasi che ho scelto per gli ambedue lati, dalla traduzione in italiano del Libro II dei “I Dialoghi” di San Gregorio Magno, riguardante La vita di San Benedetto da Norcia, curata da PP. Benedettini di Subiaco, in seguito a una mia precisa richiesta, sono state  individuate nei manoscritti originali dell’Archivio della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze dalla D.ssa Anna Rita Fantoni, responsabile del Settore Esposizioni e Iniziative Culturali e con l’aiuto della Sig.ra Dina Giuliani, responsabile del Servizio Riproduzioni. Grazie alla loro disponibilità ho potuto inserire nella mia composizione la frase nella grafia originaria in latino antico.

Catalogo Stendardo della Confraternita SS. Sacramento di Monte Porzio Catone

stampato il 2011,  28 pagine, 23x33 cm     copertina catalogo e retro

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