LUMINITA TARANU

"PICTA - Fregio" al Palazzo WE GIL, Roma

Installazione esposta nella manifestazione "La Romania si raconta", dal al 18 settembre 2018

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PICTA Fregioinstallazione 2018

PICTA Fregio

installazione 2018

"PICTA Fregio" - Installazione

L'installazione "PICTA-Fregio" è composta da opere, parte della serie PICTA che ho creato parallelamente al lavoro dell’installazione monumentale Columna mutãtio – LA SPIRALE”, esposta ai Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali, Roma (28/11/2017-18/11/2018), ispirata alla Colonna di Traiano, ai suoi famosi calchi, al mondo Roano e alla spiritualità predacica. La stretta connessione con essa consiste sia nel messaggio riferito alla “mutazione” di significato che avviene nel volgersi della storia, sia per l’aspetto tecnico /artistico utilizzato.
L'installazione è stata creata in occasione alla manifestazione. 
La struttura espositiva è stata progettata  dall'Arch. Pietro Bagli Pennacchiotti, autore dell'allestimento.

Anno della realizzazione: 2017/2018; dim: 12,00m x 1,05m tecnica: pittura serigrafica su carta da 1 a 32 colori.

 

"PICTA-Fregio" allude un nuovo itinerarium pictum, Una ritmica sequenza d’immagini interpretative congiunte in un percorso fluido, in una progressione di continuità aperta che allude al senso orizzontale della storia e alla dimensione astratta del tempo attraverso la poetica dell’infinito. Facendo riferimento al continuum come caratteristica compositiva del fregio marmoreo,  Apollodoro di Damasco, il progettista della Colonna Traiana, ho creato un percorso composto da momenti dinamici a colori che riportano la parte esterna dell’installazione “Columna mutãtio – LA SPIRALE” e da momenti di riflessione in bianco/nero che riportano i simboli ritualici della parte interna della stessa.

 

La serie delle PICTA sono personali evocazioni. Incisi su dei telai serigrafici, i miei disegni interpretano in un linguaggio iconico allusivo figure statuarie della Roma Antica, immagini simboliche umanizzate e connesse, dove il corpo umano non è ispirato all’anatomia, ma al corpo umano “opera d’arte”, composte come degli impulsi di memoria in uno spazio aperto, intrecciate con le scritture nel carattere lapidario romano che diventano immagine.

 

Come scrive il critico d’arte moderna e contemporanea Alberto Dambruoso nel catalogo pubblicato da PALOMBI Editori: “Nella parte interna dell’installazione le figurazioni a carattere simbolico prendono come riferimento il territorio della Dacia, attraverso l’utilizzo di simboli della cultura e della spiritualità predacica. I simboli sui quali si è soffermata l’attenzione dell’artista e da essa ingigantiti in alcuni loro dettagli, sono ispirati alla cultura Cucuteni: in particolare l"Idolo grande” (trovato a Vădastra) e l“Idolo femminile” (“Figurină”, trovata a Truşeşti). Ha interpretato alcuni elementi grafico/simbolici e decorativi esistenti sui vasi, come quelli appartenenti alla cultura Gumelnița (Vaso con silhouette umane dipinte, Simbolo e Decorazione), presenti nelle collezioni del Museo Nazionale di Storia della Romania a Bucarest.

 

Nelle sette spire i soggetti dipinti attraverso la tecnica della serigrafia a mano riguardano (prima spira) il paesaggio danubiano con indizi di costruzioni romane, le querce, caratteristiche del paesaggio romeno, e l’ala dell’aquila imperiale romana. Compaiono poi nella seconda spira, oltre al continuum di elementi presenti nella spira precedente, altre immagini come l’icona del “Dio delle Costruzioni”; nella terza spira proseguendo la rappresentazione del fiume Danubio e richiamando il Dio Istro, l’artista ha inserito un “fiume” di dei romani e daci ( il Dio del Fuoco, la Dea dei Fulmini, il Dio delle Costruzioni, il Dio Fabbro, il Dio dell’Astrazione e delle Scienze, la Dea della Terra, il Dio del Grano, il Dio dell’Infinito) intrecciandolo con le scritture. Sia i Romani che i Daci avevano una cultura politeista. Per creare i disegni delle icone degli Dei l’artista si è ispirata a delle copie romane di statue ellenistiche e statue romane che si trovano nel Palazzo Altemps (Athena, Herakles, Statua di dadoforo), nel Palazzo Massimo (Principe ellenistico, Herakles, Lucrezia, statue trovate nelle ville residenziali) e nei Musei Capitolini (Hercules ed altri).”

 

Partendo dalla serigrafia ho sviluppato una particolare tecnica pittorica che utilizzo da tempo, con la finalità di creare opere uniche e non di produrre multipli: ho “dipinto a strati” il supporto di carta, con colori serigrafici acrilici/vinilici, attraverso la stampa serigrafica a mano, con il metodo diretto, utilizzando telai incisi che riportano 24 tra i disegni preparatori per “Columna mutãtio – LA SPIRALE”. Manipolando la tela serigrafica come se fosse “un pennello”, "una matita" o "un ago da incisione", e quindi lavorando con “gruppi di segni” che si sovrappongono, mi ha permesso di creare un’immagine netta, di impatto cromatico forte e pulito, che supporta la matericità dei colori, ma nello stesso tempo risulta curata nel dettaglio. 

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Testo PICTA-Fregio in romeno.pdf